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Vincitori e finalisti del Contest letterario di poesia e prosa “L’imperfezione dei ricordi”

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Si è conclusa il 25 ottobre 2014 a mezzanotte la possibilità di partecipare al Contest Letterario di prosa e poesia “L’imperfezione dei ricordi” promosso da noi di Oubliette Magazine e dall’autore Francesco Borrasso.

Una competizione a suon di parole e versi che ha visto 80 partecipanti nella sezione A (short story) e nella sezione B (poesia). La giuria (Alessia Mocci, Francesco Borrasso, Rebecca Mais, Irene Gianeselli, Cristina Biolcati, Maila Daniela Tritto) ha decretato i 14 finalisti, resi noti qualche giorno fa sul canale facebook di Oubliette Magazine.

Oggi, vi presentiamo i quattro vincitori  del contest che riceveranno a casa una copia del romanzo “L’imperfezione dei ricordi”, edito per la casa editrice Rupe Mutevole Edizioni per la collana editoriale “Trasfigurazioni” in collaborazione con Oubliette Magazine.

Tutte le opere partecipanti possono essere lette cliccando QUI.

FINALISTI

Sez A

Enrico James Scano con “Sguardi incrociati”

Vincenzo Gramegna con “Sosta immaginaria in spiaggia grigio cemento sulla riva del fiume Po’”

Lodovico Ferrari con “Dimenticati”

Gemma Preite con “La casa dello scrittore”

Annamaria Vernuccio con “È così che vorresti fare lo scrittore?”

Serena Maria Carlucci con No title

Anna Catanzaro con “L’attesa”

Sez B

Gabriella Afa con “Non dormo questa notte”

Marinella Rosin Beltramini con “I tramonti della vita”

Tania Scavolini con “Ricordi di sale”

Patrizia Benetti con “Papà”

Daniela Schirru con “To an old friend…”

Sandra Ludovici con “Ramo di neve”

Rita Romano con “Vieni, pallida notte”

 

VINCITORI

Enrico James Scano con “Sguardi incrociati”

Mi guarda come se ci stessimo vedendo per la prima volta. Scruta ogni angolo del mio viso. Le sue dita percorrono lentamente le linee della mia bocca, risalgono sul naso, accarezzano i solchi della fronte e si muovono lascive fra i capelli, facendomi provare dei piccoli brividi in fondo alla schiena. Quella mano poi ridiscende veloce verso il collo, passando per le orecchie e affondando i polpastrelli sulla barba delle guance. Lì per un momento si ferma. Quegli occhi si perdono dentro ai miei, scuri come l’acqua del fondo di un pozzo. Scuri come non lo sono stati mai. Mi fa paura. Mi guarda curioso e quasi stupito, di nuovo come se ci stessimo vedendo solamente adesso per la prima volta. Ma so benissimo che invece questa è veramente l’ultima. Il tagliente rasoio da barbiere che l’uomo tiene come un’arma minacciosa nell’altra mano sta per affondare nella mia carne. Ne sono certo. Conosco quegli occhi. Sono proprio i miei. Non incrocerò mai più l’inquietante sguardo di quest’uomo che si riflette da ormai troppo tempo nel mio specchio.

 

Vincenzo Gramegna con “Sosta immaginaria in spiaggia grigio cemento sulla riva del fiume Po”

Il fiume scorre immobile,

la riva è cemento che si secca e ferma le impronte nel tempo stampando su di sé le sagome di cose portate a caso dal vento.

Aspetto l’odore di lavanda e di spazio aperto restando in attesa di partire da questo eremo per andare a passare l’estate in fuga dall’anno di scuola fatto di mensa e di voci piccole spacca-timpani.

Un alone grigio ci culla fino a casa.

Solo cielo e qualche autoarticolato che schizza sull’asfalto,

la sensazione di essere sempre più stretti in questo nastro artificiale fatto di petrolio, di polvere e di caldo

Qui nell’abitacolo tutto si muove eppure pare fermo.

Il tempo è una culla calda di coperte di lana infeltrita da un lavaggio violento,

è un fiore secco di lavanda da bruciare per camuffare lo spazio chiuso da campo aperto,

è un vecchio che ti incrocia lo sguardo mentre seduto al parco trafigge chiunque con un sorriso beffardo che racconta il passato in silenzio e lascia al passante il compito di immaginare tutto il contenuto del suo sguardo stanco.

I cani liberi la fanno da padrone

e nel fiume

galleggiano anatre e lattine a contendersi spietate la mia attenzione.

 

Gabriella Afa con “Non dormo questa notte”

Vibra il respiro mio

e non dormo questa notte,

quieta nel buio,

aspetto…..

Passano immagini di vita,

come pagine di un libro letto troppo in fretta.

Nostalgia si appresta nel cuore,

per tempi perduti di giovinezza,

che giammai ritorneranno,

sui miei passi di oggi.

Per ogni dì che scema,

si muore un po’

e muta l’alma mia resta,

tra le parche riserve del cuore.

Sembran onde spumeggianti,

in un mar che anela tempesta i miei pensieri,

mentre sulla spiaggia, un vento sferzante

sfoglia muovendo le dune sabbiose,

colorate dal crepuscolo vermiglio.

E voi, spiriti tormentati

ch’ancor giacete in fondo alle mie iridi cupe,

in fila come fieri soldati

aspettate l’attimo per tornare alla luce, come spettri dannati.

Solo il vento è compagno del mio sguardo,

la mente si piega e si perde nel nulla dolcemente,

mentre un rintocco lento e lontano di campana,

ferma i miei passi.

 

Patrizia Benetti con “Papà”

Mi portavi al bar la domenica mattina.

Io bevevo il crodino e mi sentivo grande.

Frizzava forte nel naso e nella gola.

“Eccolo qui il mio capitale senza valore”

dicevi scompigliandomi i capelli.

E io ridevo felice.

Dicono che ti assomiglio.

Sì, sono io la figlia di Toni.

 

I vincitori saranno contattati via email per l’invio del premio.

Complimenti ai vincitori, finalisti e partecipanti!

 

Per pubblicare con Rupe Mutevole Edizioni invia un’e-mail (info@rupemutevole.it) alla redazione inviando il tuo inedito, se vuoi pubblicare nella collana “Trasfigurazioni” con la collaborazione di Oubliette Magazine invia ad: alessia.mocci@hotmail.it

 

Info

Sito Rupe Mutevole Edizioni

Facebook Rupe Mutevole Edizioni

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